La tazza di tè fuma sul tavolo della cucina, mentre tu ancora elabori sogni complessi, fatti di dolci memorie brevi. Siedo immobile, senza respirare.
Il cielo grigio, sfumato di una sensazione direi viscerale, che provo spesso prima di fare grandi passi in avanti, di inspirare dopo una lunga riflessione, è come piombo sul tempo che passa. Vivere in apnea è come vivere d’istanti brevi e silenziosi. Tutto suddiviso da piccole pause indecise.

Se l’apnea non esistesse, sarei capace di mangiare una torta in pochi minuti, di vivere senza freno, di scottarmi la lingua con questo tè bollente. Con l’apnea posso controllare il nostro piccolo mondo fatto di questa stanza vestita di mattonelle color panna. Controllare l’attesa e diminuire le aspettative dei miei sogni ad occhi aperti.

Il cuore si amplifica nella mia testa, provo a stringere dentro tutta l’energia che mi trasmette l’averti nella camera affianco. So benissimo che il nostro amore durerà il tempo di uno sbadiglio.
Eccoti, ti sei alzato.

-Buongiorno bellezza. Penso fra me e me, strofinando i piedi formicolanti.
Hai ancora l’occhio sinistro socchiuso. Ti capita tutte le mattine, ma oggi ti direi che non importa, hai avuto una nottata lunga al bar.

-Buongiorno. Borbotti fra te e te.

Mi guardi, accennando un sorriso che fa capolino dalla barba folta e crespa.
Il tè che ti ho preparato stamattina è proprio come piace a te. Nero, caldo e dolcissimo.
Lo assaggi e ti riconosci. Piano piano mentre ti racconto i sogni che ho fatto questa notte sboccia il tuo sguardo, rinvigorisce dalle lunghe ore di sonno.
So benissimo che vuoi farti spazio nel mio spazio ma io rimango ancora sospesa in questo minuto senz’aria.
Non t’accorgi che osservo il tuo risveglio. Mi piace frugare fra le tue espressioni e raccoglierne i segreti. Mi piace come mi stringi la mano, studiandola ogni mattina come se fosse sempre diversa. Mi piace come baci la mia mano ogni mattina e mi guardi con l’occhio sinistro socchiuso.

Prendi la chitarra e ti accendi una sigaretta, mentre con la mano rimasta libera diventi padrone di questa nostro spazio comune. Non passa molto tempo che s’accanisce una tua volontà di avermi vicina, di stringermi come per dire: “Hey, sarà una bella giornata e lo sai anche tu”.

Ricordo d’aver visto una scena simile fra i miei genitori. Avevo poco più di otto anni ed ero convinta che mamma respirasse solo fra le braccia di babbo. Come se quell’abbraccio avesse il potere di rompere le sue tensioni e riportarla in una dimensione dove esisteva calore. Appoggi la chitarra, ti è passata la voglia di suonare e con un movimento delicato, mi prendi per il braccio e m’avvicini al tuo petto, suggerendomi di ballare. Perché ballare senza musica a noi piace, siamo romantici.

Oscilliamo come due meduse in un oceano profondo, senza punti di riferimento, a occhi chiusi. Bill Whiters è la voce che ho in mente, chissà quale sarà la tua. Sicuramente qualcosa di più funky.
“And I know it’s gonna be a Lovely Day”

Il tè nero come piace a te continua a scaldare la stanza fatta di piastrelle color panna. Prendi la tazza in mano, ne sorseggi un po’ e mi baci ancora. Ecco, è davvero dolce te lo dico sempre ma tu non vuoi darmi ascolto. Con lo zucchero sulle labbra continuo a ballare e assieme a te in questa mattina di piombo, dove Milano rimane fuori dalla finestra, confermo che fra le tue braccia sento anche io un mondo caldo.