Disclaimer: questo è un racconto à la carte chiesto da Roberto Ottolino. Ha buttato sul tavolo – o meglio – sul piatto – dei canederli e il desiderio di trovarsi in un racconto con Luca Pertanto Pedrani. Non conosco nessuno dei due e non ho avuto dettagli. Chissà se qualcosa ho indovinato. Eccoli qui. Bon appetit!

Masturbarsi lo rilassa.

Riesce a pensare meglio. Ovviamente in ufficio non lo può fare, ma a casa è diverso.

Ha scritto alcuni dei suoi titoli migliori masturbandosi.
Quelli per Mercedes Benz, quelli per BNL… e ti voglio vedere con BNL… tutti a fare i fenomeni all’ADCI quando devi fare le campagne di Durex o di qualche cliente figo… ma mettiti a fare titoli belli per BNL.

Si è masturbato nel bagno dell’agenzia di notte per allentare lo stress da presentazione per l’ultima gara. Lo ha fatto anche davanti alla tv durante il derby.

Così, perché aiuta.

Una volta l’ha fatto anche davanti alla foto della pubblicità di Intimissimi. Si, ma lì con devozione però, in ricordo dei bei tempi del Postalmarket. Una citazione dotta, diciamo.

Ora deve pensare alla cena con Luca. Idiota, porta una, ha detto. Bona, ha sottolineato. E se lo conosce almeno un po’ c’è da credergli.

Ha detto di fare qualcosa di allegorico. Allora ha deciso di fare i canederli. Vuoi mettere cosa ci sia di più allegorico di un piatto pieno di palle per un incontro a tre?

Che per uno di Roma voglio vederti a farli.

E infatti ha scaricato la ricetta da Manjoo, anche perché è indicizzato da dio, e diamogliela questa ragione ai ragazzi di questa startup dal nome così figo, vah, che sa lavorare meglio di quei quattro stronzi dell’ADCI che manco hanno un profilo facebook. Cazzoni.

Stacca un attimo la mano dal pene e scorre il dito sullo schermo dell’Ipad.

Non dovrebbe essere difficile. Passa l’altra mano sulla barba. Lo fa sempre quando deve pensare.

Mh.

Pane raffermo c’è. Latte anche. Formaggio e speck. Ok. La botta vera è non incasinarsi con la quantità di latte nel pane, ma non dovrebbe essere complicato.

Legge la ricetta e intanto torna ad agitare il pene. No, con le mani occupate non si può cucinare.

Ok, canederli. Ok. Metaforico e struggente nella sua semplicità.

Andiamo. Sminuzza il pane, impasta col latte, riesce anche a imbroccare la densità giusta.

Non male per un copy. Quando deve fare la forma delle palle va a memoria con le sue e si, direi che a occhio e croce vanno bene così. Ne ha fatte 15, forse troppe, ma va bene. Anche perché non saprebbe cos’altro cucinare di secondo a parte delle patate e una bistecca. No, dai, facciamo che bastano.

Si appoggia al muro e pensa a come deve essere la tizia che porterà Luca stasera.
Gli ha mandato una foto prima. Deve essere una che lavora con lui, non ha capito bene.

Lascia i canederli finiti sul piano di lavoro a riposare. Lui intanto riprende a masturbarsi pensando al parmigiano a cascata finché aggancia un pensiero, un ricordo di una collega d’ufficio che qualche giorno prima aveva la camicetta socchiusa sul seno e alla dolcezza di quello sguardo inconsapevole al caffè, a come le ha accarezzato i fianchi con lo sguardo quando è uscita per andarsene e come deve essere bella immaginata nuda, sensuale nella sua semplicità. Ecco, ecco, è il pensiero giusto, la fantasia di quelle labbra, di quelle parole e viene. Viene con una stilettata dolce, aulica, quasi romantica.

Viene e un nastro di sperma finisce giusto giusto su tre canederli.

Quelli in mezzo. Li fissa un attimo sovrappensiero.

L’orgasmo lo lascia sempre stordito. Abbacinato.

____

Luca la sposta di peso di fianco a sé.

Lei è completamente scompigliata. Il trucco le si è un po’ sciupato ma resta affascinante lo stesso.

Non sa se sia venuta veramente. Non ha mai capito quanto sia vero l’orgasmo di una donna. Come fai a fidarti solo della grida e dei sospiri. Ci sarà pur la prova del nove per avere il tornaconto esatto.

Ma ora non gli interessa.

Gli fanno male le reni a forza di spingere. Ce l’ha di fronte a pecorina e anche da qui non è davvero male. Ha una serie di nei sparpagliati un po’ ovunque e se avesse una penna in mano gli verrebbe da unirli e vedere che disegno potrebbe uscire. Non si è ancora fatto un’opinione di lei. Forse lo farà dopo a tavola, quando parleranno del più e de meno. Del resto è iniziato tutto così in fretta.

Una parola, una battuta per scherzo… sicuramente ne avevano già parlato ed era una cosa pianificata da tempo, Luca l’aveva già convinta. Bravo lui a lavorarsela così per tempo senza dirgli nulla.

È stata proprio una bella sorpresa. Metterla stesa tra loro due è stato veloce, ma si capisce che è un gioco erotico tra loro da come lui la sta guardando.

Lo sta facendo per Luca non per lui. Luca è venuto e se ne sta lì a fissarla, imbambolato, guardando quanto è bella anche se se la sto scopando lui. Ha avuto più sguardi per Luca che per loro insieme. Ma va bene. Non importa, va bene così.

Sta bene messa così qui davanti. Manca giusto quell’attimo di felicità per venire…

Ha finito nei ricordi quelli preferiti del Postalmarket… guardare lei ora è bello ma manca qualcosa… poi passa velocemente in rassegna i Cannes Lions di quest’anno. Tutta fuffa. I premi ADCI… e poi d’improvviso lei: gli viene in mente la Giovanna dello spot Saratoga. Lei: “brava Giovanna” in quel tentativo di imitare la Antonelli degli anni migliori. La Giovanna col pennello in mano che non sbava e non cola. Giovanna… Giovanna… brava Giovanna… dannati pubblicitari di serie b, ci sono riusciti a fare qualcosa che funzioni, allora. Stai a vedere che il fine della Saratoga non è vendere vernice ma impallare i desideri erotici inconsci dei pubblicitari…

Viene.

Viene in un gemito che in realtà cola sulla sconosciuta nel suo letto.
Bravo Roberto Bravo. Ma fossi stato la Giovanna non avresti schizzato tanto.

Le viene addosso, sulla schiena, puntinandola di bianco, confondendo i suoi nei con le gocce perlate di lui.

Si accascia lì, in silenzio. Restano tutti e tre così per un po’. Mentre loro sussurrano parole e risate, lui si appisola un attimo, forse addirittura russa. Dopo un po’ viene scosso da Luca.

-Oh! Alzati che è pronto!

-Eh?

-Ci ha pensato lei a cucinare. Dai che è pronto.

Si rimette un sesto un po’ così, si infila pantaloni e maglietta e poi va di là. Lei è al tavolo sorridente. Luca è seduto alla sua destra. Affonda la forchetta in una delle palle di pane, speck, latte e formaggio.

-Buone, oh. Per essere un romano ci sai fare!

Resta lì così, senza sapere bene che fare.

– non hai fame?

-… no, mi sa che mi faccio una birra.

-Di’ la verità, è perché sai cosa ci hai messo dentro!

-eh, diciamo di si.

Si gode lo spettacolo. Li guarda mangiare e sorridere complici. Ora chiacchiereranno del più e del meno per levarsi dall’imbarazzo. I suoi canederli restano nel piatto. Ha deciso che piuttosto si fa un panino.

Lo dirà solo domani a Luca se per caso i suoi sapevano di sperma o no.