Disclaimer: Questa storia è un racconto à la carte, scritta su commissione di Ilaria per Alberto. Ho solo avuto qualche dettaglio della loro storia che ha preso il via il 24 dicembre di 3 anni fa. Questo si, è vero. Auguri a voi!

-Che hai fatto?

-Niente!

-Che hai combinato?

-Ma niente…

Niente che uno possa raccontare alla fidanzata.

Un tizio che ha cercato di fregargli il portatile mentre saliva in macchina… gliele ha date, ma ha rimediato un gran calcio sulla coscia e ora eccolo qui a zoppicare.

-Sono scivolato e ho preso dentro uno spigolo in ufficio…

Meglio gli spigoli degli assalitori. Non vuole che lei si preoccupi. Non vuole che stia in pensiero. Mai.

-Ho il rimedio della nonna che fa per te!

-Cazzumi hai sempre quello che fa per me!

Se la tira contro.

Cazzumi è il soprannome affettuoso per cui ridono ogni volta che lui glielo dice.

Si baciano.

È quella cosa magnetica tra di loro che ha fatto funzionare tutto dal primo momento.

Quella scossa indescrivibile, che senti anche a distanza.

Si sono conosciuti anni prima quando erano entrambi sposati. Nulla di che: un’amicizia fatta di scambi di mail educate sulla letteratura.

Poi basta, più niente, come succede sempre nella vita, quando le amicizie perdono di spessore, soprattutto se non ti vedi più e le priorità diventano altre.

Poi un natale arrivano i suoi auguri di soppiatto nella casella della mail. Se li è visti lampeggiare sul telefonino mentre era salito in macchina per andare a Genova dai suoi.

Così, su due piedi, per la fortuita decisione del destino che le ha fatto ricomparire un tuo vecchio messaggio davanti, mentre stava facendo pulizia nella casella di posta.

La forza dei ricordi e di quella voglia di dire “chissà come sta”.

Sta che entrambi si sono separati. Sta che sono liberi e sentirsi è stata una cosa seria. Piena.

Il 24 dicembre.

Si, quello è stato il loro natale. Il primo natale in cui si sono ritrovati. Un regalo della vita che decide di mescolare le carte e le mail, e ti mette sulla porta di casa, direttamente davanti al camino, quello che sogni e neanche lo sai: la compagna che hai desiderato da una vita e che non avevi capito essere lei. Dovevi solo scartare il regalo. Buttare via un po’ di giorni e di vita con un’altra.

L’amore è un allenamento: ogni tanto sembra che ti faccia fare training con qualcuno per prepararti alla sfida insieme a quella che diventerà poi la tua metà titolare.

I loro baci hanno ancora il sapore dell’amore ritrovato.

-Aspetta, fammi vedere se ce l’ho in frigo

-Fammi indovinare: bisteccazza di manzo da mettere sulla parte dolorante

-No no! Meglio!

Intanto si sfila i calzoni: Alberto è magro nel suo metro e 74 centimetri. Un ingegnere meccanico prestato all’elettricità.

Quando lei torna se lo trova seminudo.

È bello Berto. O almeno, a lei piace sempre di più. Come succede per i veri amori.

-Prendo il ferro e sistemiamo subito tutto

-No no no… Cazzumi, occhio a te! Cosa sarebbe quella?

-Questa è il rimedio della nonna e adesso tu mi lasci fare.

È uno che ama tenere tutto sotto controllo in maniera maniacale. Ma per lei ogni tanto fa delle eccezioni. Di lei si fida come di nessuno.

Ilaria prende le foglie di verza e le stende sull’asse da stiro che ha lasciato l’altra sera in salotto. Stira sempre lei di solito, ma non le pesa farlo.

Attacca il ferro, appoggia un canovaccio sulle foglie e poi le scalda.

-Prendi della pellicola intanto

-Vuoi farmi delle foto? Se vuoi mi metto in posa!

E si gira di schiena a farle vedere il sedere.

Già, lui ha un’intera collezione di foto di sederi preferibilmente con monumenti sullo sfondo.

Lei lo osserva un attimo e gli dice

-Se ci fosse dietro il Duomo saresti perfetto. Dai, non fare il cretino! Prendi la pellicola in cucina

Lui obbedisce.

Torna con la pellicola mentre in sala l’odore della verza impesta l’aria

-Ma che schifo! E la gente la mangia pure!

-IO la mangio, e allora?

Già, lui odia la verza. Mai che sia riuscita a fargliela piacere una volta.

-Dai, vieni qui.

Lo fa accomodare sul divano, gli appoggia le foglie calde sulla coscia e gliele avvolge con la plastica trasparente, Stretto stretto.

-Mh, puzza ma è rilassante.

-Domani non sentirai più niente.

Vero, aveva provato lei stessa qualche anno prima dopo una caduta in casa.

Finisce di applicare la plastica. Accarezza con la mano le pieghe del Domopack e non può fare a meno di notare l’erezione che gli tende gli slip.

-Toh, la verza è afrodisiaca!

Gli appoggia un bacio sulle labbra e tra poco lo farà altrove, mentre gli mette una mano sul sesso con noncuranza, come fosse capitata lì per caso.

La punta lucida del pene di Berto sbuca dallo slip.

-Non dirlo a tua nonna, eh! Alla sua età certe verità fanno male…

-Scemo!

Glielo dice sussurrandoglielo tra un bacio e una risata, mettendogli tutta quella gioia sulla labbra schiuse.

-Ti amo.

-Lo sai che io e te saremo felici vero?

-Si, ed esporteremo l’ombra in Salento dove andiamo sempre a fare le vacanze…

-Un grande business. Grande business!

Ridono della loro innocente pazzia, di questo, del sesso, dell’amore, della vita, del destino che li ha mischiati a caso in un momento strano della vita.

Il 24 dicembre di 3 anni fa.

Tra poco sarà il loro anniversario.

-Questa è una grande dimostrazione d’amore…

-Cosa? Fare l’amore zoppo?

-No, farlo con questa allure di verza!

Lei allora gli allunga un pezzo di foglia rimasto sull’asse.

-Vero. Dammela questa prova d’amore! – Gli sussurra mentre si è già calata via i pantaloni e gli sale cavalcioni sul sesso che ormai non ce la fa più a stare in quei pochi centimetri di tessuto.

Alberto azzanna la foglia mentre Ilaria si cala dolce e lenta su di lui, mentre si impala al piacere con lentezza.

Mastica e manda giù mentre non sente alcun sapore se non il profondo piacere di averla così, sopra, addosso, issata come la stella sull’albero di natale.

No, la verza non è afrodisiaca manco per il cazzo, ma a Ilaria a cui piace tanto si.

Eccome.