Mi sveglio e me la ritrovo di fianco.

Lei e la sua schiena puntinata di efelidi e nei.

Non mi ricordo come si chiama.

Ci siamo incontrati ieri sera al pub ma nulla.

Gloria? Cristina?

Do un’occhiata al cellulare, magari almeno un paio di messaggi ce li siamo scambiati, ma nulla. Nemmeno un numero registrato per ultimo a salvarmi la vita e la faccia.

Chi sei ragazza nel mio letto?

Mi sfilo piano in cerca di qualcosa.

Abbiamo seminato i vestiti sul pavimento come se fossimo kamikaze dell’amore.

Abbiamo fatto esplodere l’eros e ora eccoci qui, frastornati.

Non mi ricordo chi sei. Cosa fai.

E soprattutto non mi ricordo come ti chiami.

Valentina? Giada? Aurora?

Trovo i suoi pantaloni e frugo nelle tasche, ma non ha qui i documenti.

Forse se trovassi la borsa…

Si muove e si gira, si vede che mi ha sentito.

Si stira.

Ha il trucco sciupato ma sta bene lo stesso.

Io non so che effetto posso fare chinato a metà per terra, con addosso solo la pelle.

-Ciao

-Ciao!

Eleonora? Tiziana? Clara?

-Dormito bene?

-Si… si, decisamente.

Fa strano ora questo minimo imbarazzo del giorno dopo.

Ci siamo stropicciati, bevuti, siamo entrati uno nella pelle dell’altro. Abbiamo mischiato sudore e sapori, ci siamo avvinghiati come due lottatori che si odiano.

Abbiamo fatto l’amore mordendoci la pelle.

L’ho segnata con un succhiotto enorme sulla spalla.

Ricordo il suo sapore acidulo.

Non ti ho chiamata amore e tu non hai chiamato amore me.

Strano questo temporeggiare per non dirci troppo.

È stato bello. Come mi hai bevuto, come ti sei lasciata andare, il tuo orgasmo tutto tuo, che ti fa strizzare gli occhi e stare zitta zitta. Questo lo ricordo.

Non so, se l’aiuto a raccogliere i vestiti forse pensa che la voglia cacciare…

È domenica, non abbiamo la scusa del lavoro.

Rischiamo entrambi di avere tempo da dedicarci.

Ne ho voglia? Voglio davvero sapere un po’ più di te Claudia, Cristina, Giovanna?

-Colazione?

Annuisce.

Così i vestiti se li raccoglie lei.

-Cosa preferisci?

-Va bene qualunque cosa… un caffè e sono a posto.

-Ok, preparo una colazione degna di questo nome

Si, o almeno ci provo.

Trovo solo arance che spremo e ne faccio un bicchiere che basterà solo per lei.

Sto dando scontato che le piaccia.

Pulisco alla bell’e meglio il tavolo. La casa in ordine non è il mio forte.

Ma non so neanche se tornerai qui Vanessa, Chiara, Elisa.

Ho sacrificato le ultime due arance dolci e succose del mio frigo per fare bella figura con te, Marica, Sara, Laura, Francesca.

Arriva.

Ha rimesso i vestiti dell’altra notte e ora sembrano un po’ fuori luogo e fuori tempo in questa cucina disordinata.

La luce ci schiaffeggia.

Ha qualche ruga in più di quel che mi ricordavo.

Ieri le avrei dato al massimo 28 anni. Stamattina facciamo 35 tondi.

Ma non importa.

È bella anche così.

Si riavvia i capelli rossi ricci. Ha usato una matita che ha trovato di là sul comodino per tenerli fermi in una crocchia abbondante e strapazzata come noi.

Metto sul tavolo caffè, spremuta e qualche biscotto rimasto lì da non so quanto.

C’è giusto qualche mela a salvarmi la vita. Tutto qui.

-Spero che ti piaccia…

Aggiungerei anche il tuo nome, sapendolo, Sabrina, Samantha, Alessandra…

-Grazie, va benissimo.

Prende il bicchiere, lo allunga e aspetta a mezz’aria.

Ci incontriamo, lei con la sua spremuta e io con la mia tazza colma di caffè solubile.

Brindiamo a questo nuovo incontro che è il nostro buongiorno.

Ride

-Scusa… una cosa un po’ stupida ma… mi ridici come ti chiami? Non me lo ricordo!

Il dio delle figure di merda ha guardato giù e ha deciso di farmi salvo, di tirarmi a riva in questo pessimo momento di imbarazzo che poteva tracimare e farmi perdere per sempre la faccia e l’orgoglio.

Meno male si è fatta coraggio lei.

-Massimo – e chissà cosa ne pensi, ora che lo sai.

Allungo la mano verso di lei.

-Clelia

La fisso.

Non ci sarei arrivato mai.

-Bel nome- le dico, e poi beviamo sorridendo.

Clelia.

Appoggio le labbra alla tazza e mischio il caffè al sapore di lei.

Chissà di cosa so io al mattino.

Clelia.

Fosse per me anche Elisabetta ti sarebbe stato bene addosso.