Sono convinto che le cose accadano due volte.

La prima nella mente quando le immagini, la seconda quando le cominci a costruire.

Come una ricetta firmata da un grande chef.

Abbiamo immaginato Manjoo in un dopocena qualunque di un oramai lontano 2013. A tavola.

Ricordo che abbassammo il volume perché la voce di Rachida di Masterchef copriva le nostre.

Antonio aveva voglia di dirci qualcosa di speciale. Lo notavo dalle dita che tamburellavano sul tavolo. Comincia a raccontare e dopo poco mettiamo via gli amari e sparecchiamo. C’era bisogno di spazio.
Stava nascendo l’idea. A tavola.

Se hai un’idea possiedi l’ingrediente più importante. Se hai un gruppo di persone a cui brillano gli occhi per quell’idea, hai tutti gli ingredienti per la ricetta perfetta. E quella sera eccome se brillavano, e non era per gli amari.

Prima di costruire Manjoo te lo abbiamo fatto assaggiare, come il salumiere al banco senta questo prosciutto se le piace. Siamo andati dagli appassionati come te e abbiamo ascoltato tutte le loro opinioni.

Manjoo è nato da tutto questo. Dalla nostra idea di partenza alla quale si sono aggiunti tutti gli ingredienti suggeriti dalle persone.

É come se in quel famoso dopocena ti fossi seduto anche tu.

Io MANJOO, tu MANJOO.